VENICE BEACH_LOS ANGELES (CA) REPORT N.4 08-09-2012

-RIGHT ON TIME-

Ieri, alle 10:30 am in punto, Emmanuel Fratianni, Direttore d’Orchestra fra i piu’ stimati a Los Angeles, e sua moglie Laurie Robinson, compositrice-pianista-cantante con importanti riconoscimenti and music awards al suo attivo, hanno iniziato la loro lezione illustrando con sincera passione agli studenti della Venice Voice Academy il “protocol for singers and voice overs recording session”. Una lezione importante che non dimentichero’:

“Nello show business, qui in America non c’e’ posto per DIVI. Se arrivi in ritardo di 5 minuti ad una audizione, appuntamento di lavoro, turno in studio di registrazione, sei fuori. Out! Licenziato in tronco! Ci sono almeno 400 musicisti, artisti che arrivano da tutte le parti del mondo che vogliono dimostrare che sono piu’ bravi di te, con il coltello in bocca, pronti a prendere il tuo posto…… E ricordatevi, ragazzi, che in questo paese, a Los Angeles, New York, Chicago,…., c’e’ un solo modo per fare le cose: benissimo e… right on time. E ricordate anche che ad una proposta di lavoro la risposta deve essere sempre e soltanto:YES. E poi si discutono i dettagli dell’ingaggio, si parla di soldi, di ore di lavoro, e si sigla un deal.”
Quando, all’improvviso, con piu’ di un ora di ritardo dall’inizio della lezione, con atteggiamento svampito, dinoccolato piu’ che mai, fa il suo inopportuno ingresso in aula il prototipo in persona dello studente, musicista-cantante da sbattere fuori a calci nel culo! MIO NIPOTE Arnaldo!
Cazzo, che figura di merda. Proprio lui, in ritardo.
“Rega’, scusate per il ritardo. Sto’ a stecca. Non sapete che m’e’ successo! Stavo a cammina’ per il board walk di Venice e……”
L’ho fulminato con lo sguardo e con un “Hey, Yo! Shut up…I talk to YA’ later”.
La lezione riprende dopo un’interminabile attimo di imbarazzo.
La gentilissima Giovanna Gattuso, direttrice della Venice Voice Academy, saluta Emmanuel e Laurie, e si avvicina ad Arnaldo sottraendolo con eleganza alla mia “furia cieca” pronta all’attacco.
“Arnaldo, come mai sei arrivato in ritardo alla lezione?”
“A Giovi, stavo a veni’ quando due rapper neri m’hanno fermato per vendermi il loro cd. Allora ho detto “no thank you, I am a singer pur’io. Allora loro m’hanno detto: “…ya’re a singa?….facce senti'”. Se so’ presi a cuffietta mia e se so messi a senti’ a musica mia….”
“E allora!” esclama Giovanna meravigliata.
“…e allora GiOVI, so’ andati a stecca co’ a musica mia. “Yo’ man”, hanno detto, se so presi il mio numero de telefono e vogliono che stasera vado co’ loro a registra’ un pezzo in studio . Che figata! Sto proprio al Top di Gamma! Che dici vado?”
A quel punto, il mio DNA si e’ completamente modificato. Prendendolo per un braccio, ho trainato “l’Uomo Stecca” fuori dall’Accademia con la stessa grazia di un rimorchiatore da 10 tonnellate.
“Yo’ Man! Lo sai dove te la devi mettere la tua stecca del cazzo?” ho esordito cosi”
“Perche’, Geggio? Che ho fatto?”
“Cazzo, non mi chiamare Geggio, non mi chiamare Zio, non mi parlare, stai zitto e guardami bene negli occhi….” e ho continuato cosi’ per un bel po’, vomitandogli addosso con furore cose varie sulla mancanza di rispetto, la puntualita’, la professionalita’. Che non si gira per Los Angeles con le cuffiette a palla se non sei nero, grosso come un orso, tatuato fino ai denti, se non parli bene l’inglese, se non hai frequentato a lungo certi posti con le persone del posto per evitare di prenderlo in quel posto. Che non ci si ferma con gente che non si conosce bene, anzi benissimo. Che Non si da il proprio numero di telefono al primo stronzo che dice di essere “somebody”. E non si prende un appuntamento in studio per fare un pezzo del cazzo con 4 rapper di strada che ti dicono: Yo, Man.
E se queste cose ve le dice un nero di Foggia, come me, ci dovete credere. Yo’, Man!
Che palle, recitare la parte del Maestro! O dello Zio, per tentare di essere in qualche modo un esempio.
Giovanna e il suo sorriso interrompono right on time il mio fragoroso antipatico assolo verbale.
“So guys, let’s have a cocktail party in Malibu’, at the Getty Villa!”
“Getty? quello del mezzo orecchio tagliato dai suoi rapitori anni fa in Italia?”
“Sure, JJ….”
Percorriamo la PCH, strada panoramica di rilevanza cinematografica che costeggia il Pacifico da Los Angeles fino a San Francisco, quando mi accorgo che dietro di me un taciturno “Uomo Stecca” continua a smanettare sul suo i-phone, facebookkando ininterrottamente con gli “amici” vivendo solo fotogrammi di realta’ ogni 20 minuti di fb.
“YO, Man. Piantala con questo telefonino del cazzo! Guarda che panorama!!!!”
….e mi parte un’altra tarantella sulla dipendenza digitale delle nuove generazioni.
” This is the Getty Villa, guys! Isn’t cool?”
“Woooowwwww. Geggio, t’immagini io e te qua, a bordo piscina con un mare di fighe, con la musica a palla…che figata. No, me sto’ a senti male! Sto proprio a stecca di brutto!”
Beh, a dire la verita’, un pensierino ce lo farei. Anzi, ho sognato tutta la vita cose del genere. Ma qui
in America, se sei bravo nel lavoro e nella vita, se sei rispettoso degli altri e del loro lavoro, se hai fiducia nei tuoi mezzi, entusiasmo ed energia, se non sei indolente, e se non arrivi in ritardo agli appuntamenti, puoi realizzare ancora i tuoi sogni.
Ad Arnaldo, uno dei migliori talenti vocali contemporanei in circolazione a livello internazionale, e che da quando e’ in tour con me rende la mia vita piu’ leggera, auguro sinceramente una carriera lunga, ricca di successi, una casa strepitosa a Malibu con due piscine, tutte le fighe che vuole, per godersi la vita piu’ che puo’. Basta che spenga quel cazzo di telefono! Yo, Man!

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